Diagnosi e Cura Disturbo di Panico
valutazione diagnostica, comprensione funzionale e terapia psicologica breve riabilitativa di ansia e panico
sintomi clinici degli episodi di attacchi di panico con o senza diagnosi di agorafobia
cura psicologica breve delle crisi d'ansia senza farmaci e senza psicoterapia

 

 

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Cura Psicologica del Disturbo di Panico. Nuove soluzioni
curare gli attacchi di panico senza farmaci e senza psicoterapia - terapia psicologica e strumenti educativi
 
Terapia Psicologica Breve Riabilitativa del Panico in Psicologia Emotocognitiva

Secondo i nuovi studi nell'ambito delle scienze psicologiche apportati dalla teoria emotocognitiva di Baranello, il colloquio psicologico o le metodologie prettamente educative potrebbero rappresentare strumenti tra i più proficui, già oggi disponibili, per una riorganizzazione funzionale del soggetto che si trova in una fase di "disturbo" ovvero per il recupero di funzioni/attività compromesse quindi per la remissione sintomatologica spontanea.

In ambito psicologico si interviene con lo strumento sanitario del colloquio psicologico, per finalità di riabilitazione funzionale e con metodologie prettamente psicoediucative. Nell'intervento sanitario di tipo psicologico è previsto il processo di assessment e la valutazione diagnostica clinica e soprattutto una valutazione funzionale. L'intervento, anche in ambito clinico di tipo psicologico, una volta escluse altre condizioni (condizioni mediche, effetti fisiologici diretti di sostanze, ecc.) che potrebbero da sole giustificare la presenza del disturbo, procede poi come un trattamento psicoeducativo. In pratica la parte sanitaria in ambito psicologico è soprattutto quella diagnostica clinico-funzionale differenziale. Il resto è in sostanza un intervento educativo.

Secondo l'ottica della teoria emotocognitiva gli interventi con farmaci ad azione ansiolitica non produrrebbero, nella maggior parte dei casi, effetti riabilitativi concreti ma soltanto eventuali effetti palliativi transitori. Infatti i pazienti che fanno uso di psicofarmaci come quelli a base di benzodiazepine (diazepam, alprazolam, clonezepam, lorazepam) non sembrerebbero risolvere il disturbo, anzi, in diversi casi i pazienti raccontano un esacerbarsi del disturbo diverse volte con la manifestazione di effetti collaterali o, comunque, la perdita dell'efficacia anche dell'azione palliativa del farmaco. La maggior parte dei pazienti dei nostri centri lamentano che dopo aver iniziato l'uso di psicofarmaci, nonostante non si evidenzino effetti, difficilmente riescono a fare a meno del farmaco stesso creando di fatto un effetto di dipendenza psicologica dello psicofarmaco.

Fin troppo spesso il farmaco viene portato con se come "ancora di salvezza" anche se il paziente dichiara di non prenderlo effettivamente. Si sviluppa il pensiero del "non si sa mai". Questo però, ahinoi, si inserisce processo di mantenimento sintomatologico. Psicologicamente, secondo la nostra psicologia emotocognitiva, l'uso del farmaco (o il sapere che il farmaco sia disponibile) conferma in qualche modo l'esistenza della patologia anziché risolvere il problema entrando a far parte di ciò che abbiamo definito "loop disfunzionale" (Baranello, 2006b). Il farmaco, anche se non preso o se preso soltanto all'occorrenza, diviene parte integrante del disturbo stesso che sembrerebbe così mantenuto nel tempo per via iatrogena (disturbo mantenuto dalle stesse cure). Di fatto, nella maggior parte dei casi clinici trattati, l'uso di farmaco è risultato patogenetico ovvero in grado di sviluppare, mantenere e in molti casi aggravare i sintomi anziché produrre una loro reale soluzione.
Consideriamo invece l'uso del farmaco utile esclusivamente per la prevenzione di altre forme patologiche associate, come in caso di problematiche cardiache. In questo caso il farmaco non sarebbe somministrato per la soluzione del disturbo di panico ma per prevenire e tenere sotto controllo esclusivamente una patologia medica che eventuali sintomi d'ansia potrebbero esacerbare.

La riabilitazione psicologica orientata secondo la psicologia emotocognitiva, oltre a non utilizzare farmaci non utilizza neanche psicoterapia e si differenzia da altri trattamenti legati alle classiche impostazioni in quanto focalizza l'attenzione non più sul passato della persona, né su ipotetiche quanto arbitrarie cause inconsce o presunte strutture di personalità, né tantomeno su traumi o cose simili. Secondo la nostra ottica, come ribadito più volte, la vera causa del disturbo è sempre agente nel qui-e-ora della manifestazione sintomatologica. Come tutte le modalità d'intervento e le teorie anche la teoria emotocognitiva agisce sulle cause.

L'innovazione della teoria emotocognitiva è aver spostato l'ottica su le cause reali agenti nel qui-e-ora. Abbiamo infatti nettamente distinto le vere cause del disturbo da quelli che, invece, consideriamo esclusivamente "fattori scatentati".Per utilizzare una metafora "medica" è come se un "trauma cranico" fosse stato scatenato da un colpo sulla testa. Non andiamo a "curare il colpo sulla testa" (elemento scatenante) ma la causa reale del trauma cranico che, necessariamente, agisce nel qui-e-ora della manifestazione del problema.

L'intervento in psicologia emotocognitiva è basato sui processi di organizzazione psicofisiologica che stanno alla base, nel qui-e-ora, del mantenimento della sintomatologia. In pratica si agisce sul complesso di cause che agiscono nel momento nel quale si evidenzia l'effetto, quelle che come abbiamo detto sono, per a teoria emotocognitiva di Baranello, le vere cause del disturbo.

Lo psicologo a indirizzo di psicologia emotocognitiva valuta tutti i processi a livello biopsicoambientale che stanno mantenendo il sintomo e che, se perpetuati, potrebbero aggravarlo. In questo modo lo psicologo orienta l'intervento al futuro del la riabilitazione funzionale agendo nel presente, senza toccare alcun contenuto simbolico e senza attenzione agli aspetti simbolici che, anzi, reputiamo troppo astratti e lontani dalla vera causa del problema. L'intervento psicologico ad orientamento emotocognitivo è estremamente pragmatico e si orienta su due versanti: 1) scardinare in tempi brevi il processo disfunzionale che mantiene il disturbo e 2) aprire la strada a un cambiamento organizzativo tale da impedire il manifestarsi di successivi sintomi o disturbi. La durata della riabilitazione psicologica si configura in questo modo come un modello di trattamento in tempi breve in quanto si interviene su quello che abbiamo già definito "loop disfunzionale" (Baranello, 2006), ovvero un "CIRCUITO CHIUSO" che la persona vive e costituito di azioni, comportamenti, pensieri e modalità di organizzazione della vita in funzione dell'idea che di essere "malati". Questa errata convinzione porta ad azioni anomale rispetto alla logica del funzionamento dell'organismo. Per questo l'intervento emotocognitivo è sostanzialmente un trattamento psicoeducativo orientato a scardinare il loop disfunzionale e teso a produrre effetti di soluzione del problema del tutto spontanei quindi recuperare le funzioni/abilità che risultano, nel qui-e-ora, compromesse (del tutto o in parte).

Ciò su quale lo psicologo emotocognitivo agisce sono gli stessi processi dell'organismo che stanno producendo e mantenendo il disturbo da attacchi di panico e/o agorafobia. Essendo tali processi reversibili l'obiettivo della riabilitazione è ripristinare il normale funzionamento dell'organismo modificando i processi disfunzionali in processi funzionali. Di fatto si attiva un'interruzione del "loop disfunzionale" (Baranello, 2006) generando un cambiamento rapido che fa sperimentare da subito al paziente la capacità di risoluzione del sintomo e incrementa le possibilità di remissione completa, spontanea, in tempi davvero molto brevi rispetto al numero complessivo di sedute.

Il disturbo da attacchi di panico, nonostante l'eclatante manifestazione neurovegetativa, è uno dei disturbi più trattati psicologicamente e quello su cui l'intervento psicologico ha dimostrato in assoluto la maggiore efficacia, ricordiamo senza uso di farmaci e assolutamente senza psicoterapia. Lo psicologo ad indirizzo di psicologia emotocognitiva, dopo una prima fase di valutazione del funzionamento globale del paziente, definisce i tempi del trattamento dichiarandoli e non scindendo di fatto il processo diagnostico clinico e funzionale dalla riabilitazione che, quindi, inizia da subito. Molte persone con attacchi di panico hanno alle spalle anni di terapie fallite, uso di farmaci ed una vita che ormai è divenuta sopravvivenza. Tutto ciò fa perdere facilmente le speranze. Ricordiamo però che la ricerca scientifica va avanti e finalmente oggi esistono strumenti clinici di tipo psicologico che hanno dimostrato altissime aspettative di efficacia in tempi di trattamento molto ridotti.

Ogni situazione va ovviamente valutata nel suo specifico e occorre ricordare che per applicare i principi della della psicologia emotocognitiva è necessario rivolgersi a professionisti adeguatamente formati. Per questo sono stati istituiti i centri di trattamento psicologico a orientamento di psicologia emotocognitiva. Rivolgersi ai centri ufficiali permette di rivolgersi a professionisti della salute con garanzia di formazione e aggiornamento continuo in psicologia emotocognitiva.


a cura del Dott. Marco Baranello
ultimo revisione, 9 luglio 2016

come citare questa fonte

Baranello, M.
(2016)
terapia psicologica breve riabilitativa del panico in psicologia emotocognitiva

in Baranello, M. (a cura di) (2016)
Disturbo di panico. Diagnosi, comprensione e trattamento psicologico.
SRM Psicologia, Progetto PRS, Roma 9 luglio 2016


Riferimenti Bibliografici

  • Baranello, M. (2006) psicologia emotocognitiva: il loop disfunzionale. Psyreview.org, Roma 10 marzo 2006

Versioni Precedenti

  • Baranello, M. (2004) Disturbo da attacchi di panico e agorafobia. Diagnosi clinica e trattamento psicologico. SRM Psicologia, Progetto PRS, marzo 2004.

 
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Il materiale pubblicato ha scopo informativo generale. Per questioni di natura sanitaria riferirsi direttamente presso uno studio di psicologia.
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sezione "Psicopatologia Generale" progetto PRS "Psicologia: Una Risorsa per la Salute"
a cura di SRM Psicologia - Centri di Psicologia Emotocognitiva - Istituto di Studi Emotocognitivi
 

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