Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività (ADHD)
valutazione diagnostica, comprensione funzionale e terapia psicologica breve riabilitativa dell'iperattività
trattamento psicologico indiretto per genitori di bambini e adolescenti con disattenzione e iperattività
cura psicologica breve di riabilitazione dell'ADHD senza farmaci e senza psicoterapia

 

 

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Diagnosi disturbo da deficit di attenzione / iperattività nei bambini
criteri per la diagnosi di ADHD sintomi di disattenzione e sintomi di iperattività secondo il DSM-5
 

Noto con l'acronimo inglese ADHD, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è un disturbo del neurosviluppo con esordio in età evolutiva (prima dei 12 anni) caratterizzato da disattenzione e/o iperattività e impulsività ma diagnosticabile anche in adolescenza e in età adulta. Il DSM-5 (APA, 2013) definisce cinque criteri (A, B, C, D, E) che devono essere contemporaneamente presenti affinché il professionista della salute mentale possa attribuire una diagnosi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività. In questa sede riportiamo i principali sintomi dell'ADHD ricordando che, come per ogni disturbo, la diagnosi è un procedimento di tipo sanitario che necessita dell'intervento di un esperto della salute mentale, psicologo o medico.
 

Caratteristiche principali dell'ADHD (criterio A, DSM-5)

un pattern persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo, come caratterizzato dai punti 1 e/o 2:

1. Disattenzione: almeno sei dei seguenti sintomi (dai 17 anni e oltre di età bastano cinque sintomi)  sono persistiti per almeno sei mesi con un'intensità incompatibile con il livello di sviluppo, con un impatto negativo diretto sulle attività sociali e scolastiche (o lavorative) e i sintomi non sono soltanto una manifestazione di comportamento oppositivo, sfida, ostilità o incapacità di comprendere compiti o istruzioni:

  1. spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività (es. trascura o omette i dettagli, il lavoro non è accurato);

  2. ha spesso difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco (es. ha difficoltà a rimanere concentrato durante una lezione, una conversazione o una lunga lettura);

  3. spesso il soggetto non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente (es. la mente sembra altrove, anche in assenza di distrazioni evidenti);

  4. spesso il soggetto non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro (es. inizia l'attività ma perde rapidamente la concentrazione e viene distratto facilmente);

  5. ha spesso difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività;

  6. spesso evita, prova avversione o è riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto;

  7. perde spesso gli oggetti necessari per i compiti o le attività

  8. spesso è facilmente distratto da stimoli esterni

  9. è spesso sbadato nelle attività quotidiane

2. Iperattività e impulsività: almeno sei dei seguenti sintomi (dai 17 anni e oltre di età bastano cinque sintomi)  persistono per almeno sei mesi con un'intensità incompatibile con il livello di sviluppo e che ha un impatto negativo diretto sulle attività sociale e scolastiche/lavorative:

  1. spesso agita o batte mani e piedi o si dimena sulla sedia

  2. spesso lascia il proprio posto in situazioni in cui si dovrebbe rimanere seduti (es. lascia il posto in classe, in ufficio o in altre situazioni che richiedono di rimanere al proprio posto);

  3. spesso scorazza e salta in situazioni in cui farlo risulta inappropriato

  4. è spesso incapace di giocare o svolgere attività ricreative tranquillamente;

  5. è spesso "sotto pressione", agendo come se fosse "azionato da un motore" (es. è incapace di rimanere fermo, o si sente a disagio nel farlo, per un periodo di tempo prolungato, come nei ristoranti, durante le riunioni);

  6. spesso parla troppo;

  7. spesso "spara" una risposta prima che la domanda sia stata completata (es. completa le frasi dette da altri; non riesce ad attendere il proprio turno nelle conversazioni);

  8. a spesso difficoltà nell'aspettare il proprio turno (es. mentre aspetta in fila);

  9. spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (es. interrompe conversazioni, giochi o attività; può iniziare a utilizzare le cose degli altri senza chiedere o ricevere il permesso; adolescenti e adulti possono inserirsi o subentrare in ciò che fanno gli altri);

I sintomi di disattenzione o iperattività-impulsività devono comunque essere stati presenti prima dei 12 anni di età (criterio B) e diversi sintomi di disattenzione o iperattività si devono presentare in almeno due contesti come a casa, scuola o lavoro, con amici o parente o in altre attività (criterio C). I sintomi, inoltre, devono interferire con la qualità del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo (criterio D) e va esclusa sia la presenza dei sintomi durante il decorso di un disturbo psicotico sia l'esistenza di un altro disturbo mentale in grado di giustificare meglio la presenza dei sintomi (criterio E).

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività può presentarsi con una manifestazione combinata dei sintomi di disattenzione e iperattività-impulsività, con manifestazione di disattenzione predominante oppure con manifestazione di iperattività/impulsività predominanti.
 

Note sulla diagnosi

Ricordiamo comunque che il rischio di errori diagnostici è sempre presente e in alcune situazioni e/o in alcuni contesti potrebbe esserci o una sottostima del problema o una sovrastima. Capita sovente che si rivolgano presso i nostri centri di psicologia genitori ai quali l'intervento psicologico è stato consigliato da insegnanti che hanno allertato rispetto a una simile diagnosi. La scuola è sicuramente un luogo dove alcuni comportamenti si evidenziano e possono indurre al sospetto di una problematica e quindi un insegnante attento può essere una risorsa per i genitori e per la tutela della salute del minore. Va comunque ricordato che una vera e propria diagnosi non si basa soltanto sui criteri descrittivi del disturbo ma anche sui criteri di esclusione, sulla valutazione diagnostico-differenziale e su una conoscenza clinica dei problemi psicologici. L'atto diagnostico è un atto tipico dei professionisti della salute mentale ed è molto importante rivolgersi a un professionista prima di azzardare una qualsiasi ipotesi diagnostica o prima di preoccuparsi in modo eccessivo o, al contrario, sottostimare l'importanza del problema.

a cura di
Dott. Marco Baranello
ultimo aggiornamento, 2 settembre 2016

come citare questa fonte

Baranello, M.
(2016)
ADHD. Diagnosi clinica con il DSM-5.

in Baranello, M. (a cura di) (2016)
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Diagnosi con il DSM-5, comprensione e trattamento.
SRM Psicologia, Progetto PRS, settembre 2016


Riferimenti Bibliografici

  • APA (2013) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5), Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.


Versioni Precedenti

  • Maduli, L.M. (2006) ADHD. Diagnosi con il DSM-IV, comprensione e trattamento psicologico. SRM Psicologia, Progetto PRS, novembre 2006.

 

 
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