Il Disturbo di
Dimorfismo Corporeo rientra attualmente nella categoria
diagnostica dei disturbi ossessivo-compulsivi (DSM-5, APA
2013). Nello specifico la caratteristica fondamentale
del Dismorfismo Corporeo è la preoccupazione eccessiva per
un difetto (reale o immaginario) nell’aspetto fisico o
comunque una risposta ansiosa eccessiva e protratta nel
tempo rispetto all'eventuale presenza del difetto.
La persona affetta di dismorfismo corporeo focalizza l’attenzione sul “difetto”
il quale tende
a diventare il pensiero dominante nella vita quotidiana,
fino a coinvolgere inevitabilmente tutti gli ambiti
dell'esperienza. Dopo poco la persona inizierà a pensare che
la propria vita non sia soddisfacente e che tutto dipenda
quasi esclusivamente dal proprio problema di natura fisica.
L’importanza di una buona immagine corporea di sé e il
rilievo culturale che viene dato all’aspetto fisico, possono
in qualche modo influenzare o accrescere le preoccupazioni
già esistenti circa un supposto “difetto” fisico ma no sono
condizioni sufficienti per la comprensione eziopatogenetica
del disturbo.
Solitamente questo disturbo viene riscontrato in ugual
misura tra gli uomini e le donne. L’età d’esordio è da
ricondurre al periodo dell’adolescenza, ma spesso il
problema emerge dopo anni.
Il Disturbo di Dismorfismo Corporeo è un disturbo che in
psicologia emotocognitiva viene trattato secondo due
modalità (l'una escludente l'altra): un trattamento
psicologico diretto sul paziente quando il disturbo si
presenta sotto forma egodistonica, ovvero la persona che ne
soffre si rende conto di essere in presenza di un disturbo
psicologico oppure, più frequentemente, con trattamenti
psicologici indiretti. Questa tipologia di trattamento non
prevede la presenza del portatore del disturbo ma di un
familiare che viva sotto lo stesso tetto o che abbia
maggiori contatti con la persona affetta da dismorfismo. E'
un trattamento che si applica in caso il disturbo sia
egosintonico ovvero la persona che ne soffre non riconosce
il problema come un disturbo psicologico ed è quello
maggiormente applicato in psicologia emotocognitiva.
Frequentemente chi soffre di dismorfismo presenta marcati
tratti ossessivi di personalità (focus sul controllo) e
secondariamente possono manifestarsi sintomi depressivi
reattivi alla sensazione di incapacità di poter gestire e
controllare il problema. In questa sede affronteremo: 1) il
tema della diagnosi secondo le più recenti linee guida
internazionali, con riferimento all'ultima edizione del
manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nella
quale il disturbo è stato spostato dalla categorie dei
"disturbi somatoformi" presente nel DSM-IV-TR (APA, 2000)
alla categoria diagnostica dei disturbi ossessivo-compulsivi
e correlati del DSM-5 (APA, 2013); 2) la comprensione
funzionale secondo l'ottica emotocognitiva del loop
disfunzionale (Baranello, 2006) e 3) la terapia psicologica
breve riabilitativa (diretta o indiretta) secondo le linee
guida della psicologia emotocognitiva.
a cura di
Redazione "SRM Psicologia"
ultimo aggiornamento, 30 agosto 2016
come citare
questa fonte
Redazione (a cura
di) (2016)
Introduzione alla campagna
informativa sul
Dismorfismo Corporeo
SRM Psicologia, Progetto PRS, agosto 2016
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Riferimenti
Bibliografici
- APA (2013) Manuale
diagnostico e statistico dei
disturbi mentali, quinta
edizione (DSM-5), Raffaello
Cortina Editore, Milano 2014.
- APA (2000) Manuale
diagnostico e statistico dei
disturbi mentali, IV edizione
text revision (DSM-IV-TR).
Masson, Milano 2001.
- Baranello, M. (2006)
psicologia emotocognitiva: il
loop disfunzionale. Psyreview.org, Roma 10 marzo
2006.
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