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Cura psicologica degli attacchi di panico senza
farmaci |
terapia psicologica del
disturbo di panico senza uso di psicofarmaci e senza
psicoterapia |
DOMANDA. E' possibile curare gli
attacchi di panico in modo naturale e senza farmaci? In che
modo agisce la psicologia per la terapia degli attacchi di
panico e dei sintomi come la tachicardia, i tremori, la
sensazione di formicolio, la sensazione di svenimento, la
paura di uscire di casa (anche se ci si sforza di uscire e
alla fine si riesce ma con molta ansia), la paura di perdere
il controllo. Ho paura inoltre che l'ansia mi possa far
salire di colpo la pressione e possa avere problemi più
gravi. Come posso fare? |
RISPOSTA. Gli attacchi di panico e in generale tutti i disturbi
d'ansia o più genericamente i disturbi fobico-ossessivi,
quando non sono giustificati dalla presenza di una specifica
condizione medica (es. ipertiroidismo) sono in genere tra i
disturbi psicologici più trattati in ambito psicologico e
quelli sui quali si hanno tra le maggiori aspettative di
efficacia. Per quanto ci riguarda possiamo parlare del
trattamento del disturbo da attacchi di panico attraverso
strumenti sanitari quali il colloquio psicologico orientato
secondo le teorie emotocognitive. La psicologia
emotocognitiva suggerisce che l'attacco di panico altro non
è che una funzione fisiologica dell'organismo determinata da
un incremento tensivo. Alla base degli attacchi di panico
pensiamo ci sia una tendenza del soggetto al controllo
volontario che determina quello che abbiamo definito "loop
disfunzionale". In psicologia emotocognitiva riteniamo che
la persona che soffre di attacchi di panico o, come spesso
accade, di ansia anticipatoria rispetto alla preoccupazione
che l'attacco di panico possa presentarsi in momenti, luoghi
e situazioni nei quali potrebbe essere difficile o
imbarazzante allontanarsi, tenda a mettere in atto azioni di
pensiero e/o di comportamento che, nel tentativo volontario
di risolvere il problema, finiscono invece per determinarlo
se non aggravarlo. Sempre secondo la nostra teoria
emotocognitiva l'uso di psicofarmaci può rientrare in questo
loop disfunzionale. In genere il farmaco non ha effetti
curativi ma viene utilizzato come palliativo e, ben presto,
la sua azione potrebbe finire lasciando la sensazione che
senza il farmaco si starebbe peggio.
La psicologia emotocognitiva suggerisce di intervenire con
mezzi psicologici come il colloquio psicologico, con
strumenti conoscitivi e d'intervento in ambito psicologico
(quindi senza farmaci e senza psicoterapia), attraverso
metodologie psicoeducative per finalità di riabilitazione
funzionale. In parole più semplici la persona, nella nostra
ottica, è sana e perfettamente funzionante soltanto che si
trova incastrato in una situazione da cui non riesce a
uscire nonostante la propria consapevolezza.
Per quanto riguarda i rischi per la salute legati
all'aumento improvviso della pressione arteriosa vanno
valutati in sede medica. Utilizzare psicofarmaci per ridurre
tali rischi deve essere valutato attentamente tendendo in
considerazione il rapporto rischi-benefici. In assenza una
quadro patologico di tipo medico l'attacco di panico può
essere trattato con mezzi prettamente educativi. Il
trattamento psicologico di riabilitazione
funzionale in psicologia emotocognitiva ha
una durata media di circa una decina di
incontri (più o meno) con aspettative di
efficacia piuttosto elevate.
Le sedute sono distribuite nel tempo, per le prime è
previsto un incontro ogni due settimane per poi spostare
sempre più gradualmente (un incontro dopo 3 settimane, poi
dopo 4 e così via). |
a cura del Dott. Marco Baranello
psicologo, direttore scientifico SRM Psicologia
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