RISPOSTA. Gestire una situazione
familiare di questo tipo è molto complesso senza un supporto
psicologico costante rivolto alle famiglie. Spesso la
famiglia di un paziente con diagnosi di disturbo borderline
si trova isolata, non sa come comportarsi, si sente
impotente in quanto sente che ogni tipo di comportamento e
comunicazione non produce nessun beneficio. Sembra anzi che
più si cerca di aiutare più la situazione si complica.
In genere i pazienti con diagnosi di disturbo borderline di
personalità utilizzano l'arma del senso di colpa. Riescono a
fare leva sui sensi di colpa della famiglia, degli amici e
dei parenti per manipolare l'ambiente e le loro relazioni.
Da quello che emerge, nel caso specifico, avete provato
la strada delle cure psichiatriche, tuttavia
la situazione andrebbe approfondita. Occorre
valutare se sta ancora seguendo un
trattamento, se è stata lei ha decidere di
rivolgersi a un professionista della salute,
eventualmente per quanto tempo abbia seguito
il trattamento, se l'intervento è stato
esclusivamente farmacologico oppure abbinato
a una qualche forma di terapia psicologica,
ecc. Nei nostri studi di psicologia
emotocognitiva abbiamo messo a punto degli
interventi psicologici di tipo indiretto,
vale a dire che sono rivolti esclusivamente
ai genitori, o anche a un singolo genitore
in genere la madre se presente. L'obiettivo
è fornire strumenti pratici di comunicazione
e comportamento abbinati a un processo
educativo sul funzionamento delle
personalità borderline, al fine di
permettere al genitore di poter gestire in
modo proficuo la situazione. Quando parliamo
di strumenti pratici intendiamo proprio
tecniche di comunicazione. Indichiamo cosa
dire, come dirlo e quando dirlo. Tutto
questo senza la presenza e a completa
insaputa del figlio che manifesta il
problema. Si attiva un processo di
cambiamento lo scopo del quale è portare, in
modo del tutto naturale, alla riduzione dei
comportamento più impulsivi e disfunzionali.
Redazione SRM Psicologi |