Diagnosi e
Comprensione delle Personalità Borderline |
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Bruxismo notturno possibilità di trattamento
psicologico |
stringere sbattere o
digrignare i denti durante la notte o durante il
giorno tensione e trattamento psicologico |
DOMANDA. Siamo i genitori di una ragazza
(21 anni) affetta da una sindrome di tipo borderline. La
situazione familiare, come può immaginare, è non gestibile.
Litigi frequenti con urla, rabbia, ira incontrollata e
costanti minacce di suicidio (non ha mai tentato seriamente
di uccidersi). Si procura però taglietti sulle braccia che
cerca di nascondere. Abbiamo scoperto che ha fatto uso di
droga ma dice di aver smesso e ha manifestato delle
condotte che ci fanno pensare alla bulimia. Si abbuffa di
notte (la mattina il frigorifero è svuotato) ma non sappiamo
se vomita. Finora abbiamo provato con cure di tipo psichiatrico ma
senza successo. Si è riuscita a diplomare a stento. Ora non
fa nulla anche se non sta mai a casa.
Frequenta inoltre amicizie poco raccomandabili e spende
oltre le sue possibilità.
Abbiamo paura che la situazione possa degenerare. Cosa
possiamo fare? |
RISPOSTA. Il
trattamento psicologico per il bruxismo notturno è
possibile. Il Bruxismo, per chi non sapesse di cosa si tratta, è un
disturbo la cui manifestazione principale è il digrignare,
sbattere o
il serrare i denti in modo involontario. Può creare serie abrasioni alla bocca e
ai denti e dolori di natura muscolare. Spesso non permette
un sonno riposato creando problemi correlati. L'intervento
di emergenza in caso di bruxismo è l'uso del
Bite che protegge i denti da seri danni.
Abbiamo riscontrato che indipendentemente dalla causa del bruxismo, che può essere sia di natura organizzativa quindi
psicofisiologica ovvero legata a tensioni muscolari sia che
sia dovuto a dei contatti irregolari tra i denti, il
trattamento psicologico, in psicologia emotocognitiva, è in
grado di ridurre il fenomeno. La psicologia emotocognitiva interviene sui processi psicofisiologici che sostengono
il problema senza utilizzare né vecchie tecniche di rilassamento
diretto, senza ricorrere a farmaci ad azione ansiolitica e
ovviamente senza alcuna forma di
psicoterapia. Si interviene a livello
psicoeducativo agendo sulle reali cause del
problema che sono legata ad incremento di
tensione generale e periferica. Tali
tensioni di mantengono a causa di una
modalità di organizzazione disfunzionale. In
genere il tentativo della persona di rilassarsi produce un
effetto opposto di incremento a lungo termine delle tensioni
(stress) che generano la sindrome del bruxismo. L'uso di
farmaci con effetto ansiolitico spesso non risolve
definitivamente il problema ma semplicemente lo tampona di
volta in volta ma, sembrerebbe, che con il tempo, la loro
azione divenga, nella migliore delle ipotesi, sempre più blanda.
Quello che produce effetti immediati sembra non risolvere il
problema a lungo termine.
Oggi tentiamo una strada diversa grazie alle nuove
conoscenze derivate dagli studi in psicologia
emotocognitiva, che portano l'organismo ad utilizzare le
proprie tensioni anziché contrastarle.
Il trattamento psicologico o, in alternativa, il trattamento
educativo, è quindi un tentativo
d'intervento che
riteniamo necessario per ridurre la portata del bruxismo
notturno e ripristinare un sano funzionamento
dell'organismo. |
a cura del Dott. Marco Baranello
psicologo, direttore scientifico SRM Psicologia
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