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Ansia e fobia sociale. Terapia psicologica breve riabilitativa
terapia psicologica di riabilitazione per disturbo d'ansia fobia sociale e disturbi fobico-ossessivi
 

DOMANDA. Gentilissimo dottore mi trovo spesso in imbarazzo in situazioni nelle quali c'è il rapporto con gli altri oppure quando sono in qualche modo soggetta al giudizio degli altri. A volte l'ansia è così forte che ho la sensazione di nausea e sbandamenti, la voce mi trema e arrossisco. Mi capita a volte anche un'imbarazzante aumento della sudorazione. Mi hanno detto che potrebbe trattarsi di fobia sociale. Come si può curare?


RISPOSTA. La situazione va sicuramente valutata nello specifico in uno studio di psicologia. Lo psicologo infatti ha necessità di inquadrare il caso nel suo complesso valutando i processi di funzionamento. Non basta un elenco di sintomi per descrivere un disturbo ma è necessario un processo diagnostico-differenziale. Qualora comunque si evidenziasse una risposta ansiosa eccessiva rispetto alle situazioni sociali, come sembrerebbe, allora si consiglia un trattamento psicologico che, nella maggior parte dei casi ed utilizzando metodologie di trattamento psicoeducative come suggerisce la psicologia emotocognitiva, è piuttosto breve e soprattutto senza uso di farmaci e senza psicoterapia. Lo psicologo valuterà comunque se si tratta di un disturbo d'ansia o se ci sono tratti legati a disturbi di personalità del gruppo ansioso. E' comunque necessario escludere specifiche condizioni mediche che, da sole, potrebbero giustificare la presenza dei sintomi descritti. In questo caso lo psicologo suggerirà di rivolgersi a un medico per tali accertamenti ma è anche il consiglio che offriamo prima ancora di recarsi presso uno studio di psicologia. Rivolgersi al medico e chiedere l'esclusione di condizioni mediche è il primo passo. Escluse condizioni mediche note o effetti fisiologici di alcune sostanze è possibile pensare di procedere con una terapia psicologica breve di riabiltiazione. Per la psicologia emotocognitiva è necessario, attraverso rieducazione funzionale, trovare una soluzione ai processi ridondanti che stanno alla base del mantenimento del problema nel qui-e-ora. Si tratta di recuperare funzioni/abilità che, al momento, risulta compromesse (del tutto o in parte). Lo psicologo emotocognitivo interviene nello scardinare quello che abbiamo definito "loop disfunzionale" (Baranello, 2006) un circuito chiuso fatto di pensieri e azioni che la persona mette in atto nel tentativo di risolvere il problema ma che, invece, sembrano mantenerlo se non aggravarlo. I disturbi psicologici, non essendo malattie, ma derivando da forme di organizzazione disfunzionali basate su errate convinzioni circa il funzionamento psicofisiologico del proprio organismo, vanno quindi corretti. La teoria emotocognitiva è così un modello teorico su cui si fonda il nostro intervento di rieducazione funzionale. Il trattamento rieducativo è generalmente breve, in termini di numero complessivo di sedute (circa 10 più mantenimento e controllo) con distribuzione degli incontri dilazionata nel tempo (3-4 incontri a cadenza fissa circa 1 volta ogni due settimane, i successi a 21 giorni dall'ultimo poi a un mese dall'ultimo e così via). Insomma, un problema che può essere corretto in un numero complessivo di incontri piuttosto basso.

a cura del Dott. Marco Baranello
psicologo, direttore scientifico SRM Psicologia

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