RISPOSTA. La situazione va sicuramente valutata nello
specifico in uno studio di psicologia. Lo
psicologo infatti ha necessità di inquadrare
il caso nel suo complesso valutando i
processi di funzionamento. Non basta un
elenco di sintomi per descrivere un disturbo
ma è necessario un processo
diagnostico-differenziale. Qualora comunque
si evidenziasse una risposta ansiosa
eccessiva rispetto alle situazioni sociali,
come sembrerebbe, allora si consiglia un
trattamento psicologico che, nella maggior
parte dei casi ed utilizzando metodologie di
trattamento psicoeducative come suggerisce
la psicologia emotocognitiva, è piuttosto
breve e soprattutto senza uso di farmaci e
senza psicoterapia. Lo psicologo valuterà
comunque se si tratta di un disturbo d'ansia
o se ci sono tratti legati a disturbi di
personalità del gruppo ansioso. E' comunque
necessario escludere specifiche condizioni
mediche che, da sole, potrebbero
giustificare la presenza dei sintomi
descritti. In questo caso lo psicologo
suggerirà di rivolgersi a un medico per tali
accertamenti ma è anche il consiglio che
offriamo prima ancora di recarsi presso uno
studio di psicologia. Rivolgersi al medico e
chiedere l'esclusione di condizioni mediche
è il primo passo. Escluse condizioni mediche
note o effetti fisiologici di alcune
sostanze è possibile pensare di procedere
con una terapia psicologica breve di
riabiltiazione.
Per la psicologia emotocognitiva è
necessario, attraverso rieducazione
funzionale, trovare una soluzione ai
processi ridondanti che stanno alla base del
mantenimento del problema nel qui-e-ora. Si
tratta di recuperare funzioni/abilità che,
al momento, risulta compromesse (del tutto o
in parte). Lo psicologo emotocognitivo
interviene nello scardinare quello che
abbiamo definito "loop disfunzionale"
(Baranello, 2006) un
circuito chiuso fatto di pensieri e azioni
che la persona mette in atto nel tentativo
di risolvere il problema ma che, invece,
sembrano mantenerlo se non aggravarlo. I
disturbi psicologici, non essendo malattie,
ma derivando da forme di organizzazione
disfunzionali basate su errate convinzioni
circa il funzionamento psicofisiologico del
proprio organismo, vanno quindi corretti. La
teoria emotocognitiva è così un modello
teorico su cui si fonda il nostro intervento
di rieducazione
funzionale. Il trattamento rieducativo è
generalmente breve, in termini di numero
complessivo di sedute (circa 10 più
mantenimento e controllo) con distribuzione
degli incontri dilazionata nel tempo (3-4
incontri a cadenza fissa circa 1 volta ogni
due settimane, i successi a 21 giorni
dall'ultimo poi a un mese dall'ultimo e così
via). Insomma, un problema che può essere
corretto in un numero complessivo di
incontri piuttosto basso. |