RISPOSTA. Avendo già escluso condizioni mediche generali
in grado da sole di giustificare la presenza
dei sintomi descritti, le consiglio di
procedere con un trattamento di tipo
psicologico. Nei nostri centri di psicologia
emotocognitiva
si utilizzano esclusivamente strumenti
psicologici orientati secondo la teoria
emotocognitiva, senza uso di psicofarmaci e
senza psicoterapia. L'intervento secondo
il nostro approccio è orientato alla remissione
sintomatologica spontanea intervenendo sui
processi psicofisiologici che sostengono il
disturbo ovvero sul recupero di abilità e
funzioni che risultano al momento
compromesse, del tutto o in parte. In
pratica si tratta di correggere
atteggiamenti che potrebbero in realtà
essere la cause del mantenimento del
disturbo.
E' comunque utile una valutazione clinica di
tipo psicologico perché i sintomi descritti
potrebbero rientrare in più di un disturbo
codificato tra i quali anche il citato
disturbo da attacchi di panico. La
tachicardia, spesso presente, però non è una
condizione necessaria per la diagnosi di
disturbo da attacchi di panico che è
descritto da ben tredici sintomi diversi dei
quali la tachicardia ne è soltanto
uno. Una valutazione psicologica diretta
permetterebbe di risolvere il dubbio. Per
quanto riguarda il "cosa fare" l'obiettivo dello psicologo
emotocognitivo è correggere, attraverso una
rieducazione funzionale, le modalità
disfunzionali di organizzazione che
mantengono nel qui-e-ora la sintomatologia,
senza scavare nel passato, senza riferirsi a
contenuti inconsci, senza interpretazioni
simboliche. L'attenzione è completamente
rivolta al presente e rivolta verso il
futuro riabilitativo.
Per la teoria emotocognitiva ogni disturbo è
la manifestazione di una errata
organizzazione psicofisiologica e
biopsicoambientale, quindi va
semplicemente corretto. La durata media del
trattamento è di circa 10 sedute, più sedute
di controllo. Le sedute sono strutturate da
3 a 5 incontri a cadenza fissa (1 volta a
settimana o 1 volta ogni due
settimane) per poi spostarsi ed essere sempre più
dilazionati nel tempo (dopo 21 giorni
dall'ultima seduta, dopo un mese, e così
via). Il trattamento così organizzato
previene forme di dipendenza dallo psicologo
e permette allo psicologo di valutare il
mantenimento degli effetti prodotti e, in
caso di ricadute, di correggere eventuali
problemi. Si tratta quindi di un trattamento
psicologico breve, di tipo prettamente
psicoeducativo e finalizzato alla terapia
riabilitativa spontanea. |