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Nodo alla gola. Curare il disturbo di conversione |
terapia psicologica breve
riabilitativa del nodo alla gola (bolo isterico)
disturbo di conversione |
DOMANDA. Da diversi anni convivo con un
fastidioso nodo alla gola. Mi hanno detto che si chiama
"bolo isterico" e che si tratta di una sindrome di
conversione. All'inizio del problema avevo molta difficoltà
a deglutire sia cibi solidi che quelli liquidi mentre oggi
mi è rimasta un po' di difficoltà nell'ingoiare cibi solidi
più duri da masticare. Mangio quindi molto lentamente a
volte può essere davvero imbarazzante soprattutto quelle
poche volte che mi trovo a cena con persone che non conosco
e che non sanno del problema. Vorrei proprio risolverlo. Per
questo ho fatto uso di farmaci ma senza risolvere il
problema realmente. Ci sono stati momenti in cui lo sento
meno ed altri invece in cui si aggrava soprattutto sotto
stress. Le cure che ho fatto fino ad ora non hanno
funzionato e sono state escluse tutte le cause organiche. Si
può risolvere o devo conviverci tutta la vita? Ci sono
speranze? Grazie in anticipo per la risposta. |
RISPOSTA. Nella maggior parte dei casi il problema del nodo alla gola
(una volta noto come bolo isterico) può essere
risolto in tempi piuttosto brevi e senza uso di farmaci
e senza psicoterapia con trattamenti
riabilitativi in ambito psicologico.
Ovviamente vanno escluse eventuali
condizioni mediche che potrebbero giustifica
la presenza del disturbo. In caso di
disfunzioni di natura medico-generale non si
interviene direttamente sul sintomo "nodo
alla gola" ma sulla causa medica che lo
genera. Escluse invece tali eventuali cause
si può procedere con una terapia psicologica
di riabilitazione. Il trattamento
psicologico, adottando la psicologia
emotocognitiva, ha una durata mediamente bassa con una
frequenza delle sedute variabile. Inoltre va detto che la
situazione va valutata nello specifico in quanto lo
psicologo ad indirizzo di psicologia emotocognitiva non
valuta soltanto la presenza dei sintomi di conversione ma
associa alla valutazione diagnostica fenomenologica una
valutazione del funzionamento contesto-specifico. La
psicologia emotocognitiva focalizza
l'attenzione infatti sui processi che in
questo momento stanno mantenendo la
sintomatologia e che, se perpetuati,
potrebbero aggravare sia il problema che
portare alla nascita di altri sintomi e
disturbi. Quelle che secondo noi sono la
vera causa del mantenimento nel tempo del
disturbo.
L'obiettivo del trattamento è lo sblocco dei processi
ridondanti che mantengono il disturbo e il ripristino di un
normale processo di funzionamento dell'organismoi.
Ormai in psicologia emotocognitiva ripetiamo sempre la
stessa cosa, che sta diventando una specie di slogan:
"perché convivere con un problema quando oggi esistono
strumenti per risolverlo?". |
a cura del Dott. Marco Baranello
psicologo, direttore scientifico SRM Psicologia
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