RISPOSTA. La scuola rappresenta, dopo il contesto
familiare, l'ambiente che contribuisce al
processo evolutivo dei ragazzi, nei suoi
aspetti relazionali, emotivi, affettivi e
cognitivi. Le difficoltà che i ragazzi
incontrano nell'ambito scolastico possono
essere il segnale di un malessere affettivo
e relazionale, che si può manifestare con
difficoltà di apprendimento, rendimento
scolastico inferiore alle reali capacità,
difficoltà di concentrazione e di
attenzione, iperattività, disimpegno e
particolari difficoltà a comunicare e
relazionarsi sia con compagni che con gli
insegnanti. In questo senso il disagio
scolastico può essere considerato un
malessere psicologico al quale possono
contribuire in modo determinante gli
insuccessi scolastici (brutti voti,
bocciature, note disciplinari) e la mancanza
di riconoscimenti positivi da parte dei
compagni, che contribuiscono a minare il
livello di autostima e di fiducia nelle
proprie azioni. Si tratta di una realtà
molto complessa dove non entrano in gioco
solo le abilità cognitive, la capacità di
impegnarsi nello studio e la buona volontà,
ma i problemi scolastici possono essere di
natura diversa e presentare diversi livelli
di gravità, e derivare dall'interazione di
più fattori relativi anche ai contesti di
vita extrascolastici del ragazzo. E'
importante in questi casi non sottovalutare
i sintomi e rivolgersi ad uno psicologo
professionista per approfondire le cause che
sono alla base del comportamento del
ragazzo, ed individuare cosa determina la
sua svogliatezza, il suo rifiuto, la sua
insicurezza, che non sono sempre
direttamente collegate alla scuola.
E' importante tenere conto che un intervento
precoce favorisce la risoluzione del disagio
vissuto dal ragazzo, ma anche dalla sua
famiglia, evitando che si stabilizzino dei
comportamenti disfunzionali che possono
aggravare e cronicizzare la situazione. |