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Disturbo di panico. Si può guarire? Diagnosi sintomi e terapia psicologica breve di riabilitazione dell’attacco di panico. Psicologia emotocognitiva


La Psicologia Emotocognitiva ha ormai da circa 13 anni dimostrato come i sintomi dell’attacco di panico, quando non dovuti a specifiche condizioni mediche o agli effetti fisiologici diretti di una sostanza, sono processi funzionali dell’organismo tesi al ripristino di una condizioni di equilibrio psicofisiologico. Ovviamente i sintomi dell’attacco di panico creano sofferenza psicologica e un episodio di panico può risultare, soprattutto la prima volta, terrificante. La persona in preda a una attacco di panico può vivere sensazioni di estraneità dell’ambiente circostante (derealizzazione) o sensazione di distacco da sé (depersonalizzazione) oltre ai caratteristici sintomi dell’attacco di panico come tachicardia, sensazione di svenimento, sbandamenti, testi vuota o pesante, testa leggera, tremori, paura di perdere il controllo, paura di morire o paura di essere affetti da una crisi cardiaca, sensazione di asfissia, soffocamento, mancanza d’aria. Nonostante queste reazioni neurovegetative imponenti l’attacco di panico, spiega lo psicologo Marco Baranello fondatore della psicologia emotocognitiva, sono reazioni di per sé funzionali. Una cosa sono i sintomi, un’altra cosa è il disturbo di panico. Mentre i sintomi, per il Dott. Baranello, rappresentano una reazione normale dell’organismo a uno stato di ipertono (aumento eccessivo di arousal e tensione psicofisiologica dovuta a iperstimolazione endogena), il disturbo nascerebbe nel tentativo del soggetto di gestire un fenomeno che, per definizione, non può essere tenuto sotto controllo. E’ molto importante, ribadisce Baranello, che la persona che vive un forte episodio di panico (o crisi d’ansia) si rivolga al proprio medico di base per escludere condizioni mediche come l’ipertiroidismo o problemi cardiovascolari o polmonari. Se l’attacco di panico fosse deteminato da una di queste condizioni non serve andare dallo psicologo, dall’educatore o dallo psichiatra, è sufficiente un intervento medico generale per curare la patologia che ne rappresenta la causa. E’ inoltre importante ricordare che l’uso di sostanze compresi fumo, spinelli, cannabis possono avere un effetto patogenetico quando somministrate a soggetti con tendenza psicologica al controllo. L’azione miorilassante favorisce lo sviluppo dei sintomi del panico in alcuni soggetti. E’ bene ricordare che l’uso di sostanze psicoattive può portare a vere e proprie crisi di panico e rappresentare a volte l’elemento scatenante la patogenesi. Tolta la sostanza di abuso se l’attacco di panico non si ripresenta e il soggetto non vive più l’ansia anticipatoria che l’attacco possa ripresentarsi allora anche in questo caso è inutile rivolgersi a professionisti della salute o professioni collaterali. Mentre è importante rivolgersi a una figura competente in caso di disturbo di panico. Ovvero quando, escluse le condizioni appena citate, il soggetto viene una costante apprensione circa il fatto che possa ripresentarsi l’attacco di panico. Esistono oggi terapie psicologiche brevi di riabilitazione, strumenti educativi, colloquio psicologico e altre metodologie tese a risolvere ciò che continua a mantenere il disturbo di panico compromettendo le normali abilità e funzioni della persona a livello personale, relazionale, sociale o lavorativo.

Per maggiori informazioni la SRM Psicologia, con il progetto “Psicologia: Una Risorsa per la Salute” ha messo a disposizione un portale di divulgazione scientifica specifico sull’attacco di panico.

Perché convivere con un problema come il disturbo di panico quando oggi può essere risolto in tempi brevi, senza uso di psicofarmaci e senza psicoterapia?

Per saperne di più: www.panico.info

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