I tic rientrano
nel gruppo dei disturbi del movimento inclusi nel DSM-5
(APA, 2013) all'interno dei disturbi del neurosviluppo.
Consistono in movimenti anomali, in parte involontari ma
coscienti, che sembrano non intenzionali al soggetto. I tic
sono quindi movimenti spasmodici, ripetitivi, stereotipati,
non ritmici, che insorgono improvvisamente e che non sono
finalizzati. Possono essere rapidi e a scatto (tipo clonico)
oppure più lenti e prolungati (tonici). I tic sono dovuti a
una contrazione di gruppi muscolari funzionalmente
correlati, seguiti da rilassamento di entrambi gli agonisti
e gli antagonisti.
Quando le contrazioni interessano singoli muscoli, ad
esempio gli arti superiori, il collo d il volto, si tratta
di tic motori semplici, i più comuni includono ammiccamenti
o strizzare gli occhi, torsioni del collo, alzate di spalle,
smorfie del viso, colpi di tosse; nel caso in cui le
contrazioni si localizzino nella muscolatura respiratoria,
laringea nasale od orale, si causa l’emissione di suoni che
ricordano mugolii, soffi, tirare su con il naso, sbuffare o
suoni simili all'abbaiare e così via (tic sonori semplici).
Diversamente, quando ad essere coinvolto è il movimento
coordinato di più distretti muscolari, nella loro normale
azione sinergica, come battere le mani o i piedi,
saltellare, toccare, pestare i piedi e odorare un oggetto,
si parla di tic motori complessi. Si può evidenziare
anche la ripetizione di parole o di frasi fuori dal
contesto, la coprolalia (uso di parole socialmente
inaccettabili, spesso oscene), la palilalia (ripetizione dei
propri suoni o delle proprie parole) e l’ecolalia
(ripetizione del suono, parole o frase uditi per ultimi), in
questo caso si tratta di tic sonori complessi. Per la
psicologia emotocognitiva di Baranello, i TIC complessi
altro non sono che disturbi di natura ossessivo-compulsiva e
secondo l'autore dovrebbero essere inclusi in tale categoria
diagnostica.
Altri tic complessi includono l’ecocinesi (imitazione dei
movimenti altrui). In alcuni casi i tic si realizzano in
comportamenti autolesivi: mordersi, graffiarsi, colpirsi
violentemente al corpo od al capo.
I tic semplici hanno in genere un andamento del tutto
"benigno", con tendenza alla regressione spontanea e durano
da qualche settimana a meno di un anno (tic transitori); al
contrario, i tic complessi tendono a cronicizzarsi de
interessano sia i bambini sia gli adulti (tic cronici).
Il DSM riconosce che disturbi da tic possono essere
associati a problemi comportamentali, a disturbo da deficit
dell’attenzione con iperattività (ADHD) e problematiche del
linguaggio (balbuzie), del sonno e al a disturbo
ossessivo-compulsivo (DOC). Questo dato per Baranello
confermerebbe ancora una volta il carattere
ossessivo-compulsivo dei Tic motori e vocali complessi
nonché del disturbo di Tourette. Per l'autore il DOC, nel
caso di tic complessi, non dovrebbe essere diagnosticato in
comorbilità in quanto il TIC stesso è una forma di disturbo
ossessivo-compulsivo. La psicologia emotocognitiva
interviene proprio basandosi su questa considerazione e
inscrivendo il processo funzionale dei TIC nello schema del
loop disfunzionale (Baranello, 2006) ottenendo
un'elevatissima efficacia nella remissione del disturbo in
tempi brevi e con interventi prettamente psicoeducativi
quindi senza uso di psicofarmaci e senza uso di
psicoterapia.
a cura di
Redazione "SRM Psicologia"
ultimo aggiornamento, 4 settembre 2016
come citare
questa fonte
Redazione (2016)
Introduzione alla campagna
informativa sul disturbo da tic
in Quagliarini, C., Baranello, M.
(2016)
Disturbi da tic motori, vocali e
disturbo di Tourette.
Diagnosi con
il DSM-5, comprensione e
trattamento.
SRM Psicologia, Progetto PRS, settembre 2016
Riferimenti
Bibliografici
- APA (2013) Manuale
diagnostico e statistico dei
disturbi mentali, quinta
edizione (DSM-5), Raffaello
Cortina Editore, Milano 2014.
- Baranello, M. (2006)
psicologia emotocognitiva: il
loop disfunzionale. Psyreview.org, Roma 10 marzo
2006.
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